In un articolo di Mario Frontini riguardo l'8xmille alla Chiesa cattolica si dice che di recente una commissione parlamentare ha approvato uno schema di regolamento che introduce delle modifiche al Dpr. 10-3-1998 n.78 e norme successive che si dovrebbe applicare a partire dal 2014. Modifiche che riguardano solo i criteri di ripartizione della quota devoluta alla diretta gestione statale. Tuttavia, l'impianto complessivo rimane invariato.

Ora, al di la del fatto che la ripartizione delle risorse furono stabilite dai Padri della nostra Carta costituzionale e che attualmente accedono alla ripartizione della quota del gettito Irpef anche altre confessioni, c'è da ricordare che l'introduzione della normativa dell'8xmille ebbe lo scopo di sostituire la cosiddetta "congrua", cioè il pagamento diretto da parte dello Stato italiano degli stipendi al clero cattolico.

Inoltre bisogna rilevare che (dati 2012) dei 1148 milioni di euro destinati alla Chiesa cattolica solo poco più del 30% è utilizzato per il sostentamento del clero e che questo risulta pienamente sostitutivo della "congrua". Il restante 70% è ovviamente un in più.

Bisogna aggiungere che la Chiesa cattolica di anno in anno ha ricevuto dall'80 al 90 per cento del totale dell'8xmille, a fronte di un 35% di contribuenti che hanno effettuato la scelta per tale Chiesa.

E' pur vero che i dati messi a confronto non sono omogenei, ma sono statisticamente significativi al di là di ogni dubbio considerata la vastità del campione. Il cittadino che compila la dichiarazione dei redditi non è obbligato a fare una scelta per un'istituzione, ma la ripartizione si basa però su un criterio proporzionale legato alle scelte effettivamente espresse, che inevitabilmente privilegiano la Chiesa cattolica e a seguire lo Stato italiano.

Non è quindi anticlericalismo auspicare modifiche alla normativa dell'8xmille tali da garantire l'attribuzione integrale del proprio 8xmille alla sola istituzione scelta senza ripartizioni proporzionali. Aggiungo che se si dichiarasse, da parte delle singole istituzioni, l'utilizzo della quota ricevuta, il cittadino sarebbe invogliato ad esprimere una scelta più consapevole giocando un ruolo determinante e decisivo.

 

                                                      Novembre 2013