Il WE per coppie trascorso a Capiago è stato un momento molto importante per me,  denso di messaggi, di riflessioni che mi ha portato a scavare sempre più in profondità nella mia vita interiore. Inevitabilmente, per la mia formazione, interrogativi e dubbi sono diventati una costante: non ho mai accettato tutto ciò che mi veniva proposto nell’ambito della fede dentro schemi precostituiti . Aprirmi a Dio con totale fiducia mi risulta ancora un po’ difficile , la mia razionalità spesso prevale: Dio è una presenza che mi si impone, il mistero è qualcosa che continuamente mi interroga e avvolge la mia esistenza .  Più volte mi è stato detto, e da sacerdoti diversi, che l’incontro con Dio nella preghiera avviene nell’umiltà, necessaria alla vita interiore del cristiano, ma l’umiltà io la vivo come una ferita che coinvolge in maniera molto profonda il senso della mia identità. E non mi sento per questo narcisista. Pregare mi sembra spesso una fuga rassicurante e una consolazione a buon mercato. Il WE non ha portato grandi cambiamenti nel mio modo di pregare e nel mio sentire la preghiera, ma sicuramente ha fatto crescere in me la consapevolezza di quanto avessi bisogno di approfondire questo tema . La ricerca continua di una mia dimensione in tale ambito, a distanza da quel WE , mi ha portato oggi a vivere la preghiera come un momento di comunicazione spirituale che spesso mi offre anche l’occasione di un incontro critico con me stesso. Ho incominciato a pregare, dando un nuovo senso alla preghiera: prendere più sul serio la relazione con Dio e con le persone. Ciò mi impegna a divenire solidale con coloro che si trovano nel bisogno, portando loro l'aiuto possibile. E questo per me significa compiere la volontà del Signore. Con questa convinzione la mia preghiera rivolta al Signore non è mai di richiesta o di ringraziamento  perchè non conto su un Suo intervento diretto né sugli eventi , né sulle persone. La mia preghiera si rivolge al mio spirito umano chiedendogli di agire nel mio cuore per affinare l'immagine di Dio che ho, per consentirmi, dentro i miei limiti, di operare così come Cristo ci insegna. Lo Spirito santo resta profondamente avvolto nel mistero anche se mi piace pensare che essendo io battezzato esso si manifesta nel mio spirito umano vivificandolo e trascendendolo.

 

                                                            marzo  1998