Viviamo spesso con disagio e senso di colpa i nostri dubbi di        “ credenti increduli”. Vorremmo credere nelle promesse di Dio, e nei vangeli ce ne sono tante, ma gli ingredienti della storia: l’esperienza, il buon senso , l’onestà intellettuale ci rendono dubbiosi. Il Dio, il Signore dell’universo, sembra avere poco dominio sulla nostra terra. Chi conosce quest’inquietudine della fede accumula, non di rado, risentimento nei confronti di quel Dio dalle promesse fumose, di quel Dio inaffidabile che promette, promette e poi non mantiene la parola data.

L’annuncio di un Dio che viene tra noi risuona quantomeno strano. Sperimentiamo di continuo la sua assenza che riesce difficile credere che Lui ci raggiunga.

La perseveranza nella fedeltà a Dio è difficile e logorante. E’ difficile fidarsi totalmente di Dio e rimanergli attaccati quando tutto sembra crollare, quando il vivere si fa penoso, quando il dolore e la prova, la disgrazia e la morte ci toccano da vicino, quando incombe la paura della violenza, del fallimento. 

E’ difficile andare contro corrente per cercare di testimoniare Dio in un mondo dove Dio sembra essere assente ed escluso.

Nasce allora la protesta interiore e la tentazione di lasciare tutto, di credere che non ci sia nulla, di ritenere che è tutto falso. Ma, citando una frase di una canzone di I. Fossati che recita: "se c’è una strada che porta a Lui prima o poi si troverà, e se non c’è strada dentro il cuore prima o poi si traccerà"; allora si può sperare.

 

 

                                                                 Settembre 2022