L’Europa oggi mi appare non più come prima, quella che abbiamo sognato, non sembra più l’Europa della pace, dello spazio di dialogo tra culture e popoli diversi, l’Europa della difesa dei diritti umani, del trattato di Amsterdam che tocca temi rilevanti riguardo libertà, sicurezza e giustizia. L’Europa mi sembra abbia perso la sua anima, ha messo da parte i suoi valori fondanti. Almeno oggi sembra così. Lo dimostra il fatto che è sempre più difficile elaborare una politica comune su sicurezza, difesa, giustizia e soprattutto immigrazione.

Non si intravede una politica di ampio respiro non compromessa dagli interessi, troppo spesso egoistici, dei singoli paesi; interessi non rivolti alla tutela di quelli generali. Nel caso delle migrazioni il linguaggio e le argomentazioni per respingere profughi e migranti non sono cambiati. Non ci sono decisioni  e gli impegni riguardo l’accoglienza rimangono quasi del tutto su base volontaria perché soprattutto i paesi dell’est Europa rifiutano fermamente di accettare migranti soprattutto dai continente Africa e Asia. Non si vede una Europa dai valori cristiani di misericordia e di compassione, di accoglienza e di integrazione per persone che spinti da guerre, povertà e fame, persecuzioni e violenze cercano una vita migliore, una possibilità di sopravvivenza, una vita con un accenno di serenità. Nessuno lascia la propria terra se ci sta bene. Manca ad oggi una politica seria, mancano risposte efficaci e condivise nella complessità del fenomeno.

E che dire della guerra Russia-Ucraina?

Certo di fronte agli orrori della guerra è difficile pensare alla pace, che tra l’altro per ora nessuno dei due contendenti vuole, e sembra che l’unica via possibile da percorrere sia l’invio di armi sempre più potenti per scacciare l’invasore russo. Resistere sembra l’unico modo per superare questa via senza uscita nonostante le morti innocenti e le distruzioni. Chi è per la pace appare quasi come filo-putiniano oppure come sostenitore di una resa ingiusta e immeritata. Questa per ora è la linea Europea. Non si sente una voce autorevole che lavori seriamente per un processo di pace e che tenti di riportare lo scontro ad aspetti più umani. Certo non è facile trovare soluzioni quando la guerra sta operando già distruzioni, morti e sofferenza, ma continuare ad inviare armi non può essere la soluzione. L’Europa poteva e doveva essere l’intermediario per eccellenza tra i due contendenti, invece ha lascato il campo e si è arresa alla logica del supporto indiretto all'Ucraina assumendosi il rischio di una escalation. Ancora una volta manca una Europa capace di essere protagonista del mondo che si sta man mano definendo e incapace di dare un contributo significativo ad un nuovo ordinamento internazionale volto ad estirpare l’idea che l’unico strumento per risolvere tra Stati  le ostilità, i conflitti, i disaccordi sia la guerra. Uno strumento normativo capace di far dialogare popoli diversi per cultura etnia e religione che sappia condurre alla pace.

Ritornando alla guerra Russia-Ucraina l’unica voce autorevole che parla di pace, indicando anche possibili proposte di soluzione, ad oggi è quella di Papa Francesco che chiede insistentemente il dialogo, la via diplomatica, un vero negoziato per il quale ha offerto la sua mediazione.

 

                                                                        Novembre 2022