Se esiste un progettista, dicevamo, non possiamo non porci la domanda su Dio, il suo legame col mondo e con la vita di ogni uomo.

Bisogna rivedere, secondo il mio parere , il rapporto che c’è tra noi e Dio, il rapporto secondo cui dietro ogni evento c’è la mano di Dio. Generalmente abbiamo l’idea di un “noi” quì e Dio là, che ci osserva, istruisce, comanda, giudica e che qualche volta sembra che ci soccorra, inviandoci  qualche aiuto. Sarebbe utile rivedere il modo di concepire Dio e conseguentemente la nostra preghiera.

Penso che tutti si chiedano il perché muoiono così tante persone amate nonostante si sia pregato Dio di salvarle; Dio non ha esaudito la preghiera? Fa preferenze? Perché tanta sofferenza nel mondo da lui stesso creato?

L’interrogativo è di natura teologica, in quanto ruota principalmente attorno alla questione dell’identità di Dio e del suo rapporto con la creazione. 

Ogni uomo nella sua ricerca si rende conto che il mondo è contingente e non si spiega da solo, ma ha bisogno di una causa trascendente che ne sia il fondamento e la spiegazione.  

Ciò significa che il vero senso dell’universo può dipendere soltanto da una causa che sia fuori dal mondo e che agisca per prima e questo può essere solo di una Realtà primaria, tradizionalmente chiamata Dio.

Secondo il teologo contemporaneo Mancuso, credere in un Dio creatore del mondo e credere che tale Dio sia nella sua essenza amore, significa “interpretare la forza che ci spinge ad amare come la manifestazione più profonda di tutte le forze                    ( gravitazionale, elettromagnetica, nucleare....) che reggono l'universo”. Sostengono alcuni altri teologi, tra cui lo stesso Mancuso, e scienziati, che “Dio, in quanto creatore del mondo, secondo una creazione continua che richiede sempre un ininterrotto lavoro,  è coinvolto nel dramma che è la vita, che richiede sofferenza e dolore. Dio vuole portare a compimento la sua creazione solo interagendo amorevolmente con essa, nel rispetto  della sua libertà e di conseguenza della libertà dell’uomo. Per questo motivo si può pensare che la decisione di creare da parte di Dio ha significato l’abbandono di tutte le sue prerogative: onnipotenza, onniscienza.... che lo erano prima, nella dimensione dell’eternità senza tempo e senza spazio, quando era veramente assoluto, sciolto da ogni relazione, da ogni legame; la rinuncia alla pienezza del potere a favore dell’autonomia dell’essere creato. L’assoluto ha così cessato di essere tale , per diventare Dio, il Signore di un mondo con cui giungere ad avere un rapporto di comunione, di alleanza, di amore". Mi sembrano tesi particolari, insolite e sicuramente originali da approfondire.

 

 

                                                            Maggio  2021    .....>