Il mondo in cui viviamo è un mondo diviso.

Non è più ciò che è stato creato all’inizio dei tempi, ma è un mondo in cui si è introdotto il male, la tenebra. Viviamo, e ne siamo noi stessi responsabili, in un mondo dalle potenze della mediocrità, del lusso, della sessualità selvaggia, della sete di denaro, della superbia, dell’egoismo, del barricarsi soltanto nelle realtà terrene.

Seguire Cristo è cammino faticoso; la vita cristiana ha carattere di lotta. Il cristiano autentico condivide con ogni uomo , specialmente con il povero, l'esistenza umana segnata dalla fatica, dall’angoscia, dalla difficoltà e dalla morte. Anche sotto la felicità, si apre sempre l’abisso dell’indigenza. Soltanto gli sciocchi possono pensare che la vita è altra cosa. Ma il credente vero sa anche che, per seguire Gesù, deve sfuggire alla corruzione che è nel mondo, lottare, impegnarsi e conoscere la fatica nel testimoniare il Vangelo.

La domanda che i credenti dovrebbero porsi  allora è: siamo anche noi tra quei credenti che non hanno il coraggio  di essere testimoni, incapaci di un amore che, nell’impegno positivo e responsabile, si aggrappa ad ogni attenuante, escogita ogni stratagemma per non prendere su di sè nemmeno un frammento di quella Croce portata da Cristo? 

Si dice che credere è anche lasciar spazio alla speranza, il che significa che questo credere non pretende sempre di sapere esattamente ciò che accadrà. Pur non ignorando quanto c’è di intollerabile nell’esistenza non bisognerebbe farsi sommergere dall’ingiustizia e dall’infelicità. Non si tratta di chiudere gli occhi davanti a quello che spesso ci sembra un non senso. Ma sarebbe necessario  anche aprirli davanti a tutto ciò che dà valore e novità alla vita. 

 

 

                                                             Aprile 2023