Vivere con e senza il web

  

«In principio era la parola»: così il Vangelo di Giovanni. Oggi si dovrebbe dire che «in principio è l'immagine virtuale».

I rapidi processi di cambiamento che coinvolgono le tecnologie dell'informazione e della comunicazione si ripercuotono sulla qualità della vita umana, sulle relazioni , sulla cultura e sulla formazione delle nuove generazioni: insomma, modificano radicalmente il nostro «situarci nel mondo».

I nuovi linguaggi digitali scandiscono sempre più le dinamiche sociali, condizionando l’immaginario delle nuove generazioni che stanno crescendo da sole, centrifugate da automatismi, perse nelle reti dove la vita sociale è riprodotta in modo distorto, senza l’opportuna attenzione culturale che coniughi i saperi immagazzinati con le nuove attitudini ipertestuali dei “nativi digitali”. Non c’è spazio né per la riflessione, né per l’approfondimento; le informazioni ci arrivano così velocemente che non abbiamo il tempo di verificarle, di farne un’analisi critica. Si sente sempre meno il bisogno di studiare se stessi, analizzare la propria esperienza, confrontarla con quella degli altri, arrivare ad una visione d'insieme per poi agire.

Ciononostante, le nuove tecnologie possono essere utili e straordinarie per l'apprendimento, la comunicazione e per sviluppare anche la creatività; non vanno, quindi, demonizzate in blocco, né i loro effetti sono ovviamente solo negativi. Naturalmente occorre informare i giovani sui rischi legati al web e, soprattutto, educarli a non assolutizzare il ruolo di questi strumenti, facendo loro riscoprire i valori dell’attesa e dell’attenzione al prossimo non virtuale, quindi concreto, reale.

A questo scopo le agenzie educative del territorio, scuola, parrocchia e i centri culturali, quali la biblioteca e i cinema, dovrebbero lavorare in modo sinergico, individuando percorsi di collaborazione e promuovendo iniziative di dialogo costruttivo in grado di coinvolgere e valorizzare le nuove generazioni.

 

                                                          marzo 2010